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I sudcoreani impazziscono per pane e dolci
Il pane e i dolci in Corea del Sud non sono solo cibo, ma una vera “cura per l’anima”, e le panetterie sono diventate destinazioni turistiche imperdibili.
Il fenomeno del “bread pilgrimage” (pellegrinaggio del pane) è sempre più diffuso in Corea del Sud, trasformando le panetterie da Seul a Jeju in luoghi di interesse turistico. Anche se il pane non è tradizionale nella cucina coreana, questa tendenza è iniziata alla fine degli anni ’80, quando catene come Paris Baguette e Tous Les Jours hanno cambiato le abitudini di consumo, rendendo il pane una colazione pratica per gli impiegati.
Il mercato della panificazione in Corea del Sud ha raggiunto un fatturato di 18,9 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita annua dal 2 al 6%. Dal 2018 circa, il consumo di pane ha addirittura superato quello di riso e noodles in alcune zone.
Da Jeju a Seul e Daejeon, le panetterie sono diventate veri luoghi culturali, comparabili a caffetterie o gallerie d’arte.
A Jeju, lunghe file di turisti aspettano non per ammirare il paesaggio, ma per comprare il pane al London Bagel Museum. Per molti, un bagel con crosta elastica e ripieno di crema al formaggio non è solo cibo, ma una “ricompensa” per la pazienza. A pochi chilometri di distanza, il marchio Randy’s Donuts di Los Angeles attira i clienti con sapori “coreanizzati”, come sesamo nero o mandarino Hallabong, tipico dell’isola.
A Seul, la nuova “star” è il sogeum-ppang (pane al burro salato). Preparato con pasta sfogliata, burro fresco e un tocco di sale, conquista gli avventori con una crosta croccante e un cuore soffice e burroso. Nel quartiere di Seongsu-dong, molte panetterie hanno file interminabili. Sui social, gli influencer filmano in slow motion il momento in cui spezzano il pane, descrivendo l’esperienza come se stessero recensendo un prodotto tecnologico.
La mania si è estesa anche a Daejeon, a due ore da Seul, con la panetteria Sungsimdang come epicentro. Fondata nel 1956, è considerata la creatrice del fried soboro-ppang (panino fritto ripieno di fagioli rossi). Il menu continua ad espandersi con creazioni come pane all’aglio ed erba cipollina o baguette con uova di pesce.
Sungsimdang è ormai un simbolo di Daejeon. I residenti comprano il pane come regalo e i turisti la considerano una tappa obbligatoria. All’inizio dell’anno, il governo della città ha pubblicato una guida chiamata “Bread Walk in Daejeon”, che presenta più di 100 panetterie.
In Corea del Sud, il pane non è più visto come un semplice alimento base, ma come un prodotto di lusso o una ricompensa personale dopo una giornata pesante. In una società frenetica, un croissant da 7.000 won (125.000 VND) o un bagel da 6.000 won (110.000 VND) non sono essenziali, ma offrono un conforto immediato.
Questo fenomeno nasce dal bisogno di guarigione emotiva. “Il pane non è indispensabile, ma la vita è più bella quando c’è”, dice Jeong, studentessa dell’Università di Seul. Non esita a spendere per un buon dolce, considerandolo un “modo dolce per alleviare lo stress”.
In realtà, i prezzi del pane in Corea sono aumentati rapidamente. Secondo Korea Credit Data, il prezzo dei bagel è salito del 44% e quello del sogeum-ppang del 30% negli ultimi tre anni. Un rapporto della Commissione per il Commercio Equo indica che l’indice dei prezzi del pane in Corea nel 2023 è stato 129, più alto degli Stati Uniti (125), del Giappone (120) e della Francia (118).
Nonostante l’aumento dei prezzi, le file non diminuiscono. Accettare di fare la fila rende l’acquisto del pane un simbolo di pazienza, un raro momento di “slow living”.
A differenza del pane francese croccante, il pane coreano è spesso soffice e leggermente dolce, con influenze asiatiche (Giappone). Le panetterie sperimentano con ripieni come crema al formaggio, fagioli rossi o burro salato.
La cultura del pane non riguarda solo i giovani. Con l’influenza della cucina occidentale negli ultimi decenni, anche le persone più grandi hanno inserito il pane nelle proprie abitudini. “I coreani amano il pane perché è leggero come uno snack, non pesante come un pasto tradizionale”, racconta la signora Choi, sui cinquant’anni. Per lei, è un accompagnamento perfetto al caffè: “pratico e in linea con il ritmo della vita moderna”.
Da scelta pratica, il pane coreano si è trasformato in una vera terapia emotiva. E questa tendenza non sembra destinata a finire presto.